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Un workshop di fotografia di paesaggio a Roma

© Stefano Caruso

Eccomi di ritorno da Roma, dove ho tenuto il workshop Urban Landscape, organizzato da Leica Akademie Italy: un percorso di esercizi utili a sviluppare l’attenzione sui temi e le modalità espressive tipiche della fotografia di paesaggio. Nei due giorni del corso abbiamo visto tanta fotografia, ci siamo soffermati sulla lettura di molte immagini, abbiamo analizzato e sperimentato diverse tecniche di ripresa.

Uno dei temi trattati è quello del ritratto. Anche se potrebbe sembrare paradossale infatti, tanti autori a partire da Walker Evans, ma poi anche Guido Guidi, Luigi Ghirri, Stephen Shore, Alec Soth, ecc, si sono dedicati non solo alla fotografia di paesaggio in senso stretto, ma anche agli interni e alle persone. L’insieme di queste immagini è divenuto un racconto e un’occasione per parlare di luoghi e comunità.

Viste le condizioni meteo avverse, la sessione di ritratto si è svolta all’interno del Leica Store, dove abbiamo simulato un lavoro su commissione per conto di Leica Camera. L’obiettivo era fotografare mister Giorgio Camponeschi, lo store manager, e ciascun iscritto ha immaginato una location, dentro o fuori dallo store, al fine di realizzare un ritratto ambientato.

In alcuni casi abbiamo messo la nostra Leica M10 sul cavalletto, che ci ha semplificato il lavoro. La metodologia proposta infatti prevede che si inizino a fissare alcuni aspetti, per poi migliorare il risultato poco alla volta. Ad esempio abbiamo definito l’inquadratura, poi l’esposizione, in seguito abbiamo analizzato il fotogramma alla ricerca di elementi di disturbo, abbiamo definito bene il rapporto tra il primo piano e lo sfondo, abbiamo fatto prove con luci differenti, e così via. Il risultato è sicuramente migliorabile ma ciò che mi interessava era trasmettere un metodo, che è quello di analizzare una fotografia, concentrando l’attenzione su aspetti differenti ogni volta. In questo modo per scattare una fotografia si possono impiegare anche diversi minuti, ma il risultato sarà sicuramente migliore che se ci fossimo accontentati della prima idea o del primo scatto. Per altro quello che accade ogni volta che un fotografo realizza lavori di questo tipo è valutare diverse idee o scattare diverse foto per poi scegliere la migliore.

A tal proposito con gli iscritti abbiamo ragionato molto sulla differenza di approccio che c’è tra fotografi come Alex Webb e Guido Guidi (per fare due esempi eclatanti). Il primo è più istintivo: sente di trovarsi di fronte a una situazione favorevole, scatta la prima foto come per chiedere il permesso e poi inizia a lavorare alla ricerca dell’immagine perfetta – non è un caso infatti che proprio Webb affermi che il 99% della street photography sia fallimento. Guidi invece lavora sul cavalletto, chiede un tempo ai propri soggetti e alla sua fotografia, probabilmente di rado avrà realizzato una foto in un tempo inferiore ai venti minuti… in sostanza lavora come un pittore e per lui l’editing (cioè la selezione delle immagini) è superfluo, al punto che se scatta due foto quasi identiche, le stampa entrambe, perché sono entrambe opere create con grande cura. L’aspetto curioso però è che, in un modo o nell’altro, sia Webb che Guidi impiegano un tempo piuttosto lungo per ottenere il risultato che hanno in mente!

Di seguito alcune fotografie scattate dagli iscritti a questo bellissimo workshop di fotografia di paesaggio (:

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© Alessandro Comandini
© Claudio Mantovani
© Nicola Buonomo

P.S. grazie al buon Giorgio Camponeschi che non era a conoscenza del nostro piano ed è stato un modello magnifico.

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