Esempi di schemi di luce in fotografia
Avevo in mente già da tempo di pubblicare un post che contenesse alcuni esempi di schemi di luce. Questo perché quando ho iniziato ad avvicinarmi alla foto di ritratto in studio e alla gestione di set fotografici, sentivo proprio la mancanza di una guida, di qualcuno che mi suggerisse qualche schema di luce da cui partire. Di conseguenza credo che per un neofita possa essere un ottimo aiuto iniziare sperimentandosi su schemi “preconfezionati”.
Occorre però fare una precisazione: gli schemi che troverete in questo post sono frutto della mia personale esperienza, delle foto che ho visto, dei fotografi che ho conosciuto, del mio bagaglio insomma.
Per altro sarà sufficiente sostituire ad uno schema qualsiasi il fondale e l’atmosfera cambierà di molto… Ognuno può prendere spunto da foto già viste o provare ad inventarsi uno schema “suo”. Io in genere “invento” uno schema sulla base di un’esigenza (es. mi piacerebbe ottenere un effetto simile a… quindi provo a disporre le luci in un modo piuttosto che in un altro).
Ricordatevi di gestire la distanza luci-sfondo e soggetto-sfondo (a seconda se volete o meno che lo sfondo sia illuminato) e l’angolazione delle luci (fondamentale per il controllo delle ombre sul soggetto).
In questi esempi faccio riferimento all’uso di flash da studio con dei diffusori (bank) davanti. Tuttavia se non avete già uno studio attrezzatto potete iniziare usando luce continua, cioè un faretto magari filtrato con un po’ di carta forno, delle lenzuola bianche o del plexiglass opalino o addirittura la luce naturale filtrata dalla tenda del soggiorno!
Il primo schema di luci è semplicissimo: si basa sull’utilizzo di una sola luce. Mettiamo il bank in modo da avere una luce radente, imitando lo schema usato da Caravaggio in molte sue opere.
Il volto del soggetto è illuminato solo a metà se il soggetto è rivolto verso la camera. Si tratta di uno schema decisamente affascinante.
Chiaramente tutto cambia se il soggetto guarda la la luce. Di seguito un paio di esempi.
Questo prima schema è utilissimo anche per snellire soggetti un po’… in carne (naturalmente non è il caso dei soggetti di queste foto).
Altro promemoria: meno luci usate e meglio è. Infatti già solo con una luce potete decidere la porzione del volto da illuminare e se schiarire o meno lo sfondo (in base alla distanza tra luce e sfondo e all’orientamento della luce)!
Quindi già con una sola luce potreste ottenere risultati diversissimi tra loro. L’errore che commetevo agli inizi era di accendere tutte le luci che c’erano in studio. Col passare dei minuti però spegnevo un flash, poi un altro e alla fine mi trovavo spesso a lavorare con una sola luce!
Il secondo schema di luce che propongo è quasi uguale al primo. La differenza principale sta nel fatto che la luce non è radente, bensì sta a 3/4 rispetto al soggetto.
Quello che otteniamo in questo modo è di riuscire ad illuminare il soggetto in maniera più completa.
Perdiamo un po’ di atmosfera ma in base alla posizione e alla rotazione della luce possiamo anche illuminare tutto il volto, ad esempio, con un’unica fonte luminosa.
Se a questo schema aggiungiamo un pannello riflettente (ho scordato di inserirlo nella legenda in alto, pardon) riusciamo a schiarire la parte del viso che è in ombra. Più avviciniamo il pannello, più la parte in ombra si illumina. Se non avete il pannello potete acquistarne uno in “Poliplat” (70×100 cm) al costo di 5 euro presso le cartolerie più fornite.
Qualora la luce riflessa dal pannello non fosse sufficiente potremmo utilizzare una seconda fonte luminosa per avere una buona diffusione in viso. In questi casi si può usare una delle due luci come principale e quindi con maggiore intensità rispetto all’altra.
I numeri che ho inserito nei disegni dei bank si riferiscono a torce con una potenza misurata in una scala che va da 0 a 6. A prescindere dal valore preciso questa indicazione deve solo farvi capire quando i flash hanno la stessa potenza e quando potenza differente.
L’ultimo disegno di questa serie fa riferimento alla possibilità di inserire una terza luce, magari con un raggio contenuto da uno snoot che può illuminare i capelli, ad esempio. L’effetto che ne deriva è un po’ “anni ’80” ma può essere utile.
Fino ad ora abbiamo usato esclusivamente il fondale nero. E se provassimo ad usare il bianco? Il primo schema che proviamo è composto da due luci a 3/4 rispetto al soggetto, di uguale intensità. Sia il soggetto che le luci possono stare vicini allo sfondo. Quello che otteniamo è che le due luci annullano quasi del tutto le ombre reciprocamente.
Ecco un esempio:
In questo scatto l’ottima resa è data anche dalla sovraesposizione del viso. Il fondale usato è di cartone, quindi può essere srotolato fin sotto i piedi del soggetto ritratto.
Se il vostro obbiettivo è quello di avere maggiore controllo su sfondo e soggetto potremmo illuminarli separatamente, magari usando per il soggetto schema n. 2 (per avere maggiore tridimensionalità sul viso) e per lo sfondo quello di cui abbiamo appena parlato.
Usiamo due luci per il fondale solo se vogliamo che il colore sia omogeneo. Regolando la luminosità delle due luci sullo sfondo possiamo ottenere diverse gradazioni di grigio.
Questo schema di luce ci potrebbe consentire di simulare quello usato dal grande Patrick Demarchelier in molti dei suoi ritratti in studio. Per un periodo della mia vita l’ho considerato come un continuatore dell’opera di Caravaggio, almeno per quanto concerne la gestione della luce. Nei ritratti a cui faccio riferimento Demarchelier usa una la luce radente, quindi il volto del soggetto è nero nella parte non illuminata (niente pannello riflettente o seconda luce dunque). La particolarità dello scatto sta nella schiarita dello sfondo che consente di non avere il volto che “sfuma” sul nero, bensì che passa dalla parte in luce ad una silouette, evidente proprio grazie alla schiarita. Però, se ci pensiamo bene potremmo ottenere un effetto simile usando una sola luce che interferisca anche con lo sfondo. In pratica il secondo schema mostrato ma senza pannello riflettente. Voi che dite? Vi va di fare una prova?
E se volessimo ottenere il bianco puro dietro il soggetto? Sarebbe sufficiente illuminare maggiormente il fondale rispetto al soggetto! Questo schema funziona benissimo per i “ritratti elettorali“.
Usandolo riesco a passare al grafico un file che è praticamente già scontornato. D’altro canto il soggetto ha una bella luce da un lato (a 3/4) e una schiarita dall’altro lato (per evitare un’ombra eccessiva che probabilmente di addice poco a questo tipo di comunicazione).
Proviamo adesso a simulare un’ambientazione “noir“. Per farlo usiamo una sola luce e il soggetto molto vicino allo sfondo. Questo è uno dei rari cai in cui mi piace usare luci dure, cioè non diffuse da bank o ombrellini (o carta forno, lenzuola, tende, ecc) e far appoggiare il soggetto allo sfondo. Queste scelte hanno come conseguenza la proiezione di un’ombra molto dura e visibile sullo sfondo. In questo caso specifico… ci piace! La luce è alta, come se il soggetto fosse per strada, illuminato da un lampione. Ecco il risultato:
Spero sia chiaro che non sto dando giudizi estetici. Non esiste uno schema più bello di un altro. Sono tutti funzionali al risultato visualizzato. Provare diversi schemi però è utile per costruirsi un’esperienza che vi consenta in futuro di muovervi liberamente inventando un vostro schema sulla base di un’esigenza precisa. L’importante è imparare a conoscere la luce, che in senso lato significa anche gestire al meglio un set fotografico e quindi la distanza tra luci e soggetto, tra soggetto e sfondo, la rotazione delle sorgenti luminose, la loro diffusione, ecc.
A questo punto vi lascio con un esercizio! In basso trovate un fotogramma del film Metropolis di Fritz Lang. La sfida è creare uno schema di luci utile per ottenere un’immagine quanto più simile possibile a questo fotogramma.
Ciao Alessandro, dopo aver letto innumerevoli articoli sull’argomento, senza aver acquisito info utili per operare.
Finalmente ho letto il tuo post ed ora ho le indicazioni di base per provare a fotografare cercando di avere il controllo del set in funzione del risultato.
Grazie. Ottimo lavoro!!
Grazie mille, sono felice che l’articolo ti sia stato utile!