| 

Esseri digitali

Metropolis
Fotogramma dal film "Metropolis" di Fritz Lang (1927)

E quindi dobbiamo tutti possedere un iPhone e un iPad o un tablet Android. Ci è richiesta l’iscrizione a Facebook, Twitter, Pinterest, Fancy, Google+, ecc, dobbiamo ricordarci di usare la chiocciole e gli hashtag, di pubblicare principalmente il venerdì, di non pubblicare la notte, di non pubblicare troppo di frequente ma neanche troppo di rado.

Il nuovo iPhone (mi fa specie chiamarlo così, tra qualche mese sarà già il vecchio iPhone) ha 1 cm di altezza in più e in effetti è anche comodo ma cambia di un po’ le regole del publishing. Il nuovo MacBook Pro non ha il lettore DVD, quindi arrivederci a questo supporto.
E poi sento il fantastico Luca Pianigiani di Jumper parlare del “responsive web design” e del corpo del font dei siti i cui link, se non sono ottimizzati per gli smartphone, non sono cliccabili perché troppo piccoli e <<l’unghia non è touch, quindi non serve a niente>>. A questo punto immagino il processo evolutivo dell’uomo che porterà alla nascita di persone senza unghie – divenute ormai futili ai fini della sopravvivenza della specie – oppure mi aspetto che qualcuno commercializzi le unghie touch. Già ho visto in commercio dei ditali touch ma io immagino proprio l’unghia, avete presente quella del mignolo che vostro padre, zio o nonno tenevano più lunga delle altre e che faceva rabbrividire le rispettive consorti? Ecco qualcosa del genere… però touch!
Stiamo spostando tutti i nostri documenti e i nostri backup “nel cloud”, a prescindere dal fatto che sia quello di Google, di Apple o un servizio come DropBox. Siamo sempre connessi, collegati, “on-line”. Andiamo al cinema e leggiamo gli sms, a cena scriviamo messaggi WhatsApp, a pranzo parliamo al telefono e nei momenti di relax… rispondiamo alle mail o divoriamo le ultime news sul nostro smartphone.
D’altro canto i libri ormai li leggiamo sul Kindle, sul Kobo, sul Cybook, sull’E-reader o su uno degli altri e-book reader disponibili sul mercato.
La fotografia poi ormai è tutta digitale, però quel digitale dal gusto analogico, magari scattata dai nostri telefoni cellulari con Instagram o Hipstamatic.
Tutte le “profezie” di Negroponte si stanno avverando.
Ma, scusate un attimo… riuscite ad immaginare la perdita di memoria collettiva se un giorno “andasse via” la corrente elettrica?

Buon cloud a tutti (e a me per primo)!

Articoli simili

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *