Realizzare un libro fotografico è un gioco da ragazzi!
Realizzare un libro fotografico è un gioco da ragazzi! È sufficiente definirne il concept. Poi capire quali siano gli obiettivi da raggiungere. Servirà definire quali dimensioni e proporzioni dovrà avere l’oggetto che abbiamo immaginato. La carta da usare assieme al tipo di copertina, con i relativi materiali, e al tipo di allestimento a cui abbiamo pensato determineranno le sensazioni di chi acquisterà il nostro oggetto. Avremmo una fascetta? Una sovracoperta? Delle risguardie? I font scelti per i testi daranno un carattere (appunto) al nostro impaginato, assieme al progetto grafico nella sua complessità. Servirà scegliere un bel titolo e la selezione di immagini – l’editing – dovrà essere quello “giusto” rispetto al prodotto che stiamo realizzando. E la sequenza? Anche! L’accostamento di foto, piuttosto che la loro sequenza, ma anche l’equilibrio e l’armonia nella disposizione delle foto orizzontali e delle verticali, nei vari formati, sia su pagine singole che su doppie, è un aspetto fondamentale. E le tecniche di stampa?
L’ideazione di un libro fotografico è un processo lungo e complesso ma al tempo stesso affascinante. Si tratta di provare tutte le soluzioni che ci vengono in mente per verificarne l’effetto, mettere alla prova le proprie idee ed essere pronti a rinunciarvi qualora non funzionassero. Ad un certo punto, rispetto ad alcuni aspetti, si comincia a non sentire la necessità di effettuare altre modifiche e si fissano dei punti che (forse) rimarranno saldi fino alla fine. Penso a Raymond Carver che smetteva di effettuare modifiche ai suoi racconti quando durante una sessione di editing apportava delle correzioni che riportava allo stato originale durante la sessione successiva. Una sorta di ricerca protesa verso l’infinito in cui si giunge alla quiete solo quando si sente che tutte le variabili in gioco vivono finalmente in piena armonia tra di loro. Inutile dire che la sensibilità dell’autore determina la qualità del prodotto finale e che, come in ogni ambito a mio avviso, solo la ricerca continua e le notti insonni portano ai risultati.
Al tempo stesso la sensibilità di un autore rischia di essere sterile senza un confronto con altri professionisti – prima di tutto chi si occupa di progettarli i libri fotografici – e con i tecnici. Il confronto è prezioso oltre che necessario per una visione più lucida e per l’evoluzione di un progetto. E la cosa divertente è che altre persone con lo stesso materiale fotografico a disposizione, potrebbero produrre un libro altrettanto bello anche se completamente diverso.
Consiglio a tutti di organizzare nella propria città il workshop “LITTLE BIG PRESS MASTERCLASS – Progettare un libro fotografico: dall’editing alla maquette” a cura di 3/3. Grazie a Chiara Capodici e Fiorenza Pinna che sono ormai socie onorarie de Il cerchio dell’immagine e che torneranno a trovarci presto!