Una voce
Solo io possiedo la scienza ideale di trasformare
vaghe immagini in sensazioni.
Son l’eterna follia, l’eterno delirare,
sono lo strano Pittore delle visioni!
Son l’Allucinazione che porta ad occhi tristi.
Un chimerico mondo eccezionale!
È per amor mio, o Dio, che tu esisti,
io solo vedo quel che c’è di strano e d’anormale.
Son rivoltata pace e tempesta amena,
è tutto veritiero alla mia luce;
mostrai Maria a Bernadette a alla Maddalena.
Indicai loro, sorridendo, il volto di Gesù!
Accendo la luce del giorno e gli occhi di chi prega,
sulle anime spando il balsamo del Dolore.
Sulle mie ali volò Santa Teresa
in cerca del suo divino amore.
L’immagine dell’Attrazione in frutto disegnai,
di Goya son l’anima non capìta.
Canzoni tue, Ofelia, fui io che le cantai,
in una sfida alla notte impazzita.
Attraverso le mie labbra parla la tempesta,
di quel che non è senso io son la sensazione…
Degli occhi del profeta io sono la chiarezza,
sono il mormorio della Rivelazione.
Io sono la tua anima, o cupo Amleto,
e quello spettro tremendo che vedesti.
Fui io che meditai su di un teschio vuoto,
nella tragica visione di tutto quel ch’è triste.
Enigmatico duca, o pallido Manfredo,
io fui della tua anima i tristi cataclismi.
Misi nei tuoi occhi una fata e un albereto,
con te desiderai gettarmi negli abissi.
Sono il chiar di luna dello Svenimento,
il chiarore della Vertigine,
solo io il vero giorno produco.
Son l’anima dell’Imprevisto, il segreto dell’Origine,
sono un caos, Signore, armonia tutto.
Sono il genio della Luce eterno e poderoso,
ancora ignoto, ancora non capìto.
Vivo nei cuori occulto, misterioso,
come l’ombra della Notte e dello Sconosciuto.
Teixera de Pascoaes