Decadimento di Bubalina
“Agli inizi degli anni sessanta la città di Bubalina era considerata la perla della costa jonica reggina; un piccolo gioiello di seimila abitanti, con un mercato domenicale di ventimila presenza, una stagione turistica di tre mesi pieni, due stabilimenti balnear (l’Orsa e l’Alhambra) in corretta competizione, due Hotel (Orsa e Orsa Sud) di 350 posti che per tre anni ospitarono un intero kibbutz israeliano, anche la squadretta di calcio ebbe i suoi risultati come vice-campione d’Italia per dilettanti al comando del campione ungherese Miklos Voros. Senza parlare del discreto livello culturale e artistico della piccola città.
Poi, a partire da metà dei Settanta, la devastazione.
Nel piccolo centro s’insediano senza criterio e senza ordine popolazioni
provenienti dai paesi interni, a loro volta abbandonati e preda del dissesto geologico ed economico.
La classe politica bubalinese, occupata dalla peggiore forma di assolutismo democristiano, piuttosto che intervenire razionalmente si accaparra i terreni agricoli opportunamente trasformati in terreni edificabili. Il risultato è il mostrum urbanistico ed architettonico attuale.
Or dunque proporrei, per Bubalina, un Festival Annuale del Brutto: sarebbe l’unico modo per mettere in piazza la cattiva coscienza di vecchi e nuovi amministratori e della sempre accondiscendente e dormiente popolazione.
Slogan centrale della manifestazione: ognuno ha la città che si merita!”
Brano tratto dal libro “CANTASTORIE, quadretti di viaggio e micronarrazioni” di Nino Racco, edito da round robin.
Personalmente ho compreso in maniera netta quanto la pessima amministrazione delle città calabresi sia stata deleteria, quando ho viaggiato in città come Kenosha negli U.S.A. e Saint Malò in Francia. A Kenosha ho visitato un museo con 200 anni di storia al massimo. Chi ci guidava andava fiero di tutto ciò che ci stava mostrando, mentre la mia mente andava ai resti di civiltà etrusche, greche e romane conservate nel Museo Nazionale di Reggio Calabria.
Di Saint Malò mi ha colpito la storia invece. Si tratta di una città della Normandia rasa al suolo durante la seconda guerra mondiale e ricostruita qualche anno più tardi, esattamente identica a come era prima dei bombardamenti. Erano più o meno gli anni in cui in diverse città calabresi venivano abbattuti dei castelli ancora in piedi dopo secoli!