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Fotografia di paesaggio e fotografi “paesaggisti”, tecnica e post produzione.

© Alessandro Mallamaci 

Il paesaggio è parte integrante della narrazione fotografica. Non ritengo sia appannaggio solo di chi vi si dedica in maniera esclusiva. Personalmente sono convinto del fatto che esistano differenti linguaggi, tutti leciti. Oggi però sembra che l’unica forma del paesaggio sia quella della foto “naturalistica” e della foto ipertecnica col diaframma giusto, il tempo giusto, la focale giusta…

Ma siete davvero sicuri che la focale “giusta” sia una focale talmente corta da distorcere la realtà? A me quello sembra un “effetto”, utile ad impressionare chi ha un bagaglio ristretto di immagini fotografiche e a celare l’assenza di contenuto. E non è l’unico effetto diffuso.

Rispetto alla post produzione poi, bé è da sempre parte integrante del processo fotografico e, da sempre, è il completamento di un risultato “visualizzato”. Se si perdono due giorni a post produrre, forse lo scatto non c’era.

Mi piacerebbe vedere gente dedicarsi al paesaggio con un approccio meno limitato, meno “chiuso”. La tecnologia e il progresso non cambiano la sostanza della fotografia. Fino a quando si continua a parlare di tecnica e tecniche si ignora la fotografia. La tecnica è il mezzo, non il fine.

A tal proposito mi fa davvero sorridere la passione smodata per l’iperfocale. Io ho grosse difficoltà a ricordare le regole più tecniche della fotografia, le studio e puntualmente rimuovo tutto. Vedo tanti fotografi che prima di scattare fanno calcoli, come se il segreto della fotografia fosse lì. Ancora una volta si concentrano sulla tecnica e non si rendono conto del fatto che l’iperfocale era usata dai reporter che usavano macchine a telemetro, per non doversi preoccupare troppo della messa a fuoco ed essere più veloci!
Per carità ne comprendo anche l’utilità per i “fotografi di paesaggio”, quelli dediti per l’appunto al paesaggio in maniera esclusiva, ma per loro avrebbe decisamente più senso l’acquisto di una macchina medio formato o di un banco piuttosto che (iperfocale a parte) tentare di ottenere la migliore incisione da una macchina che ha dei limiti evidenti, per lo meno fino ad oggi. In fondo se uno prende un buon grandangolo su una medio formato di seconda mano magari spende la stessa cifra di una reflex “all’ultimo grido” con un set di obiettivi inutili… no?

© Alessandro Mallamaci

 


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