I canali, una moda che non tramonterà mai!
Leggere l’articolo postato da Marco Olivotto sul suo blog dopo la tappa di Reggio Calabria del Color Correction Campus mi ha quasi commosso. Anche per me è stato un enorme piacere fare la sua conoscenza. Mi sono trovato di fronte ad una persona… umana e di questi tempi è cosa rara. Riuscire a ricevere risposte alle e-mail talvolta sembra una delle cose più complicate al mondo. Anche a me talvolta risulta difficile dare risposte in tempi brevi ma, giusto per farvi capire il personaggio, in un’occasione gli ho inviato un’immagine che ci stava dando qualche grattacapo e mi ha risposto con un videocorso personalizzato!
La vita purtroppo unisce e divide ma Marco è sicuramente una di quelle persone che mi piacerebbe incontrare più spesso.
Sul lavoro è un portento. Come ho già affermato pubblicamente, ciò che apprezzo maggiormente in lui è il suo approccio “aperto”. La post produzione non è esclusivamente una raccolta di soluzioni precotte ma piuttosto un modo per mettersi in gioco, ragionare, trovare sempre nuove strade per risolvere un problema o arrivare al risultato che avevamo in mente (chiedo venia se torno sempre alla visualizzazione di Ansel Adams ma trovo sia fondamentale avere chiaro in mente cosa si vuole ottenere prima di usare Photoshop… e possibilmente anche prima di scattare).
Per non parlare poi del fascino che esercita su di me la possibilità di correggere le immagini creando delle maschere a partire dalle informazioni già presenti nelle nostre fotografie!
Un altro aspetto interessante è stato notare le differenze tra il suo workflow e quello, ad esempio, di Antonio Manta, guru internazionale della stampa fine art. Ciascuno di essi ragiona in maniera diversa perché si confronta con problematiche differenti e interviene in momenti diversi del ciclo di post produzione. Trovo che queste differenze siano una ricchezza e non una mancanza di coerenza o un errore da parte di uno dei due.
E comunque è anche possibile riscontrare tanti punti in comune tra personaggi di questo calibro. Uno degli aspetti più sorprendenti è che entrambi potrebbero applicare le stesse tecniche che utilizzano quotidianamente anche con una versione di Photoshop vecchia di dieci anni. Man mano che il software viene aggiornato, nuovi utili strumenti sono messi a disposizione degli utenti al fine di velocizzare il flusso di lavoro, tuttavia le funzionalità più utilizzate a livello professionale sono sempre le stesse. Che è un modo per dire che le strategie di marketing e le fissazioni degli smanettoni, spesso hanno poco a che fare con l’utilizzo concreto di Photoshop (e sia chiaro che non sono contrario all’aggiornamento, anzi lo ritengo necessario).
Volendolo dire in altri termini potremmo affermare che i canali non passeranno mai di moda 🙂
Grazie Marco.
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