No Martini, no party.
Grazie a Marco Olivotto che nel suo interessante articolo relativo all’esportazione dei file pdf per la stampa ha pubblicato un mio scatto e mi ha fatto venire voglia di pubblicarne altri tre realizzati il medesimo giorno!
Non so se dipenda da una (pericolosissima) infatuazione per il mio lavoro, ma ho l’impressione che queste immagini abbiano la qualità del ritratto posato. Devo ammettere che durante i matrimoni mi diverte realizzare fotografie che siano assimilabili a lavori effettuati in studio.
Una tecnica che uso a tal fine consiste nel lavorare sulla pulizia e sulla sintesi. Queste immagini, giusto per capirci, sono state scattate presso lo studio del make-up artist Francesco Cogliandro mentre lui stava truccando la sposa, quindi si tratta di reportage allo stato puro.
L’obiettivo usato per tutti gli scatti qui pubblicati è un 100 mm macro. Durante i servizi fotografici di matrimonio uso sempre due camere. Su una monto una focale larga (35 o 28 mm) e sull’altra un medio tele. Con la prima scatto pensando principalmente al racconto, alla narrazione, mentre con la seconda realizzo dei ritratti un po’ più “fashion”… o più ruffiani, se preferite. 🙂
L’ottica più lunga è anche utile per fotografare gli invitati in maniera discreta sia in chiesa che, ad esempio, durante l’aperitivo (ritrattone stile George Clooney nelle pubblicità della Martini).
Il risultato finale spesso è quindi un mix tra questi differenti modi di scattare.
L’esposizione è quasi sempre almeno uno stop sopra il “consiglio” dell’esposimetro, sia per questioni tecniche (maggiore possibilità di recupero e minore rumore nelle alteluci), sia perché sovraesporre è un modo per “coccolare” la pelle della nostra sposa (una leggera sovraesposizione è sempre consigliata per avere una migliore resa dell’incarnato). In alcuni casi la sovraesposizione arriva anche a due stop. Già in fase di scatto un buon fotografo deve visualizzare il risultato finale. Qualsiasi esperto in post produzione e fotoritocco può ottenere un ritratto high-key (molto chiaro) con un po’ di lavoro. La differenza è che il fotografo espone già immaginando lo sviluppo e gli interventi in Photoshop!
Martini? There’s a party!
😉
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P.S. Grazie Roberta!
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