Fotografare la città secondo Gabriele Basilico
Fotografare la città non vuol dire scegliere le migliori architetture e isolarle dal contesto per valorizzare la loro dimensione estetica e compositiva, ma vuol dire per me esattamente il contrario. Cioè mettere sullo stesso piano l’architettura “colta” e l’architettura “ordinaria”, costruire un dialogo della convivenza, perché la città vera, la città che mi interessa raccontare, contiene questa mescolanza tra eccellenza e mediocrità, tra centro e periferia, anche nella più recente ricomposizione dei ruoli: una visione dello spazio urbano che, con un po’ di retorica, una volta avremmo definito democratica. Coltivo l’illusione e la speranza che la disponibilità a osservare e ad accettare la condizione urbana contemporanea possa essere un buon punto di partenza per immaginare una città e un futuro migliori.
Gabriele Basilico
Amo particolarmente questa fotografia di Milano di Gabriele Basilico, sia per i differenti piani da cui è composta e che ne offrono una lettura sfaccettata, sia per la differente prospettiva delle architetture rappresentate, sia per l’uso della luce tanto caro proprio a Gabriele Basilico.
Nel contempo questa immagine mi ricorda molto alcune fotografie di Walker Evans e anche i primi lavori di Guido Guidi che proprio dalle immagini di Walker Evans traevano ispirazione, anche se uno degli aspetti più interessanti della fotografia è come ciascun autore riesca a fare propria la lezione dei grandi maestri, interpretandola e trasformandola in base alla propria visione.